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Il Mito della Caverna di Platone

  • Immagine del redattore: Marco Marsigliano
    Marco Marsigliano
  • 27 ott 2020
  • Tempo di lettura: 5 min

Cos'è la realtà? Come possiamo essere sicuri che ciò che osserviamo sia la realtà? Non possiamo certo dire che è semplicemente quello che appare ai nostri occhi, vero? Quante volte pensiamo di conoscere una cosa o un determinato argomento e poi ci accorgiamo di avere solo opinioni! Eppure c'è gente che si crede abbastanza sicura di quello che vede come si sente altrettanto sicura di quello che sa...Circa 2400 anni fa Platone, uno dei pensatori più famosi della storia, nel VII libro de "La Repubblica" disse che la vita è come essere incatenati in una caverna, costretti a guardare le ombre scorrere su un muro di pietra. Egli ci invita a fare attenzione su quella che crediamo sia la realtà.

Mito della Caverna di Platone
Mito della Caverna di Platone

Nell'allegoria Platone racconta:

Dei prigionieri sono stati confinati in una caverna dalla nascita, con la schiena rivolta all'ingresso, con le gambe ed il collo legati, con il volto rivolto verso le pareti della caverna, senza poter voltare la testa e quindi senza alcuna conoscenza del mondo esterno. Questa è l'unica realtà che abbiano mai conosciuto. Su questa parete, essi osservano delle ombre che appartengono a delle persone che si muovono dietro ai prigionieri. Dietro a queste persone che si muovono, c'è un fuoco che arde e che proietta delle ombre fugaci sulle pareti della caverna. Ecco che a un certo tipo di ombra danno il nome di "cavallo" o a un altro tipo di ombra il nome "uomo" e a un'altra "lancia"...Ma in realtà, tutto quello che vedono sono illusioni, ombre delle cose. Dietro le schiene dei prigionieri le guardie muovono dei pupazzi, ecco che i prigionieri prendono per vere delle ombre che non sono nemmeno ombre di cose reali ma ombre di pupazzi! Un giorno, un prigioniero viene liberato e con fatica viene obbligato a risalire su per la caverna fino a raggiungere l'uscita. La luce del sole che splende fuori della caverna è per lui insopportabile e rimane quasi accecato! I suoi occhi non riescono a sopportare quella luce ed è disorientato dal nuovo ambiente, deve abbassare lo sguardo e orientarlo verso terra dove trova le ombre delle cose. Solo che ora non ci sono solo le ombre ma ci sono le cose che proiettano ombre e che vengono riflesse....E mentre pian piano i suoi occhi si abituano alla luce accecante del sole, il prigioniero liberato riesce ad osservare i riflessi sull'acqua, gli oggetti intorno a lui...Riesce a vedere animali veri, persone vere, cose vere...e ne rimane stupito! Il suo sguardo, ormai più forte, riesce a sollevarsi e a guardare addirittura il sole, la cui luce gli permette di vedere tutte le cose. Il prigioniero liberato torna in fretta nella caverna: vuole andare a dire ai suoi compagni quello che ha visto li fuori! Vuole andare a liberarli per portarli, sani e salvi, fuori dalla caverna dove c'è la vita vera! Ma i suoi occhi che hanno visto la luce fanno fatica a riabituarsi all'oscurità e in più, i suoi compagni lo deridono! Pensano che il viaggio lo abbia reso stupido e cieco e che i suoi racconti siano racconti di un pazzo, quindi resistono violentemente ai suoi tentativi di liberarli: la realtà vera è certamente quella che si manifesta ogni giorno davanti ai loro occhi. Con la poca libertà di movimento che hanno lo spingono via, lo vorrebbero addirittura uccidere se potessero!

Secondo Platone, noi siamo i prigionieri chiusi nel fondo di una caverna. Quelle che noi conosciamo sono solamente le ombre della realtà vera. Quando improvvisamente, uno di noi si mette a ricercare la verità dietro alle ombre e torna con la conoscenza della realtà vera e con la voglia di liberarci dalle nostre catene, noi pensiamo solamente che è un impostore che viene a turbare il nostro tranquillo tran tran quotidiano e senza pensarci due volte, lo allontaniamo da noi.

Platone introduce il passaggio come un'analogia dell'essere un filosofo, un prigioniero liberato che cerca di educare la gente. I suoi stessi occhi sono presi da dolore quando incontrano la verità ma grande è la gioia che prova nella sua contemplazione! Solo che la verità contiene in sé un dovere: deve essere condivisa e lui non ha altra scelta se non tornare per aiutare i suoi compagni.

La maggioranza delle persone non solo si sentono a proprio agio con la loro ignoranza, ma sono ostili a chiunque gliela faccia notare.

Infatti, il filosofo Socrate, quattro secoli prima della nascita di Cristo, era stato condannato a morte dal governo ateniese per aver disturbato l'ordine sociale, ponendo loro domande sulla verità delle cose, e Platone dedica gran parte de "La Repubblica" a denigrare la democrazia ateniese, promuovendo il regno dei "re filosofi".

Possiamo essere sicuri di ciò che crediamo di sapere? Forse un giorno, una raggio di luce potrebbe infiltrarsi negli stereotipi e nelle credenze comuni, nelle tradizioni che ci fanno sentire al "sicuro". E tu ti libererai per raggiungere la luce.


Verità o abitudine? Luce o ombra?

Quando vediamo un raggio di luce che ci costringe ad analizzare le cose da un’altra prospettiva, abbiamo paura e possiamo comportarci come i prigionieri, negando la nuova realtà. È vero che i cambiamenti di paradigma possono generare paura, perché ci tolgono i parametri di riferimento facendoci mettere in discussione alcune delle credenze che abbiamo sempre considerato verità assolute, ma se desideriamo veramente crescere, non dobbiamo afferrarci a nessun modo assoluto di vedere il mondo, dobbiamo aprirci al flusso di idee e prospettive nuove.


E cosa possiamo dire della persona che è fuggita dalla caverna?

Questo rappresenta la minoranza di persone che osano pensare e agire in modo diverso dalla folla. Queste persone vivono una vita con possibilità illimitate e spesso cambiano il corso della storia. Non è perché sono migliori di tutti gli altri che sono "fuggiti dalla caverna". È semplicemente perché hanno preso la decisione di uscire costantemente dalla loro zona di comfort, affrontare le loro paure e pensare in un modo unico.


Quindi, come puoi sfuggire a questa caverna?

La lezione di vita chiave del Mito della Caverna di Platone è di mettere in discussione ogni ipotesi che hai sulla realtà che chiami "reale". Questo è un modo potente per sviluppare l'abilità di pensare per te stesso e scoprire le tue soluzioni uniche a qualsiasi problema. Maggiore è il numero di ipotesi da porre, meno è probabile che tu prenda decisioni sbagliate ed errori che potrebbero costarti in modo significativo.

Ci vuole coraggio per uscire dalla tua zona di comfort e pensare in modo diverso da quello che hai fatto in precedenza, ma le ricompense valgono sempre la pena.

Infine, ricorda che non è sufficiente lasciare la caverna. È molto più importante rimanere fuori dalla caverna.


Interpretare il "Mito della Caverna"

Il Mito della Caverna di Platone ricorda che non tutti capiranno o saranno felici, quando deciderai di cambiare le tue abitudini e la tua visione della vita. Proprio come il modo in cui le persone nella caverna hanno risposto al prigioniero fuggito che è tornato, puoi aspettarti che altri ridano delle tue idee. È normale affrontare le critiche una volta che lasci la caverna.

Ci sono molti modi per interpretare il Mito della Caverna. Si può parlare della necessità di una ricerca personale, della nobiltà di chi aiuta gli altri, della differenza tra opinioni e realtà, ma anche della resistenza e della testardaggine di coloro che preferiscono rimanere nel loro piccolo e confortevole mondo.

Infine, un'interpretazione divertente è che molti davvero abitano in una caverna: il salotto di casa. Volontariamente si incatenano alla poltrona, dopo essersi assicurati di aver ben chiuso fuori dalla porta la realtà e con il telecomando danno vita alle ombre che si trovano sulla "parete della caverna".


Se hai un sogno e sei disposto a investire il tuo tempo per esso e a dirigerti verso la luce scrivimi perché ti condividerò del materiale utile per avanzare nel tuo livello di comprensione di questa opportunità.


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Al tuo successo.

Marco Marsigliano

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